Taranto: Chet Baker. Come se avessi le ali. Le memorie perdute
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Chet Baker, a Taranto il ricordo del grande sassofonista americano

Chet Baker. Come se avessi le ali. Le memorie perdute
Evento
Chet Baker. Come se avessi le ali. Le memorie perdute
Località
Taranto (TA) - Auditorium Tarentum
Data/periodo
13 mag 2018
Orario
ore 19:30
Ingresso
a pagamento

Nello stesso giorno della sua scomparsa, a distanza di trent’anni, l’associazione Teatri&Culture rende omaggio al ricordo del grande trombettista americano Chet Baker, indubbiamente una delle figure più affascinanti della storia del jazz, morto misteriosamente la notte del 13 Maggio 1988, precipitando da una finestra di un hotel di Amsterdam.
Si intitola “Chet Baker. Come se avessi le ali. Le memorie perdute”, lo spettacolo multimediale, ideato dal pianista Pasquale Mega, che andrà in scena domenica 13 maggio presso l’Auditorium Tarentum di Taranto.

Guidati dalla voce del regista Carlo Dilonardo nella lettura di brani tratti dal suo libro autobiografico “Come se avessi le ali. Le memorie perdute”, gli spettatori rivivranno i momenti più salienti che hanno caratterizzato la vita e la carriera musicale dell’indimenticato jazzista, attraverso video che lo ritraggono mentre suona, interviste che lo vedono protagonista e l’esecuzione dal vivo, a cura di Pasquale Mega (pianoforte), Giulio Scianatico (contrabbasso) e Alessandro Campobasso (batteria), di alcuni tra gli standard preferiti da Chet Baker.

Dalle pagine di questo diario, edito nel 1988 dalla Minimun Fax e ristampato nel 2008 e nel 2009, traspare il racconto di una vita tormentata, di amori e passioni che esplodono e si esauriscono, di musica e musicisti entrati nella leggenda, ma anche di droga, di autodistruzione, di morte. Balza subito agli occhi la tragica dipendenza dall’eroina e dalla cocaina che si insinua lentamente nella sua vita nella piena consapevolezza, un tunnel oscuro da cui l’artista cerca, diverse volte, di uscirne.

Ricordi d’infanzia si alternano ai complicati rapporti d’amore, all’esperienza del carcere e, naturalmente, alla musica, l’unico vero rifugio in grado di proteggerlo sotto le accoglienti ali delle note della sua tromba e della sua voce inconfondibile. A pervadere il manoscritto è un’atmosfera simile a quella di tanti film: nella sua vita, infatti, Baker rivela un atteggiamento trasgressivo e provocatorio della cultura americana del secondo dopoguerra.

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