Home » Notizie Puglia » News Lecce »
Il passato (anche remoto) pugliese continua a stupire. Grazie alle ricerche dell’archeologa Rita Auriemma dell’Università del Salento, potrebbe presto esserci una risposta alla domanda che attanaglia diversi storici contemporanei, ovvero dove fosse esattamente collocato il porto di Lupiae (nonché antico nome di Lecce).
A quanto pare uno dei punti individuati è quello della riserva naturale Le Cesine di Vernole, oasi gestita dal Wwf. In questa zona, infatti, più precisamente in località Porto San Giovanni, sono state individuate antiche strutture, di cui gran parte di epoca romana, che sembrano restituire una visione ben più articolata rispetto all’antico scalo portuale.
Scopri di più su: Oasi WWF di Puglia, viaggio alla scoperta delle 7 aree protette
Questi ritrovamenti, già avvenuti negli anni ’90, possono ora essere in relazione con un’altra scoperta: quella della fondazione di un imponente molo realizzato nella tecnica delle strutture simili dell’Adriatico, che consiste in grandi blocchi di pietra locale e che sviluppa un orientamento est-nord-est per circa un centinaio di metri.
Tra i diversi tecnicismi spiegati durante la conferenza degli scorsi giorni al museo Castromediano di Lecce, la presenza del grande molo sembra configurare un complesso portuale importante, che non fa escludere che possa trattarsi del più antico molo di Adriano, a nord della baia di San Cataldo. A conferma di questa ipotesi le somiglianze per la tecnica edilizia e l’imponente sviluppo che hanno avuto.
Sebbene tanti siano i dubbi in merito, solo uno scavo vero e proprio potrà rispondere a tutti i quesiti rimasti in sospeso. A prescindere da quale sia la verità, questi resti continuano ad affascinare chiunque riesca a scorgerli, conservando chissà quali importanti misteri…
Data: 24 Giu 2021
Riproduzione riservata. La riproduzione è concessa solo citando la fonte con link all'articolo.