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Sulla parte più alta del Colle di Vaglio si erge, in tutta la sua maestosità, la cattedrale di Oria.
Dedicata a Maria Santissima Assunta in Cielo, l’attuale duomo fu costruito nel 1750, per volontà del vescovo cittadino, Mons. Castrese Scaja, su una preesistente struttura in stile romanico del XIII secolo.
Questa scelta, seppur dolorosa, si rese necessaria in quanto l’intera chiesa fosse pericolante in seguito al disastroso terremoto del 20 febbraio 1743.
La nuova cattedrale, costruita secondo lo stile architettonico di quel tempo, il barocco, fu finanziata anche grazie alla vendita di due colonne di marmo verde, acquistata per 800 ducati dal re di Napoli che le utilizzò per abbellire la cappella della Reggia di Caserta.
Dalla facciata in carparo locale, la cattedrale dedicata a Maria Santissima Assunta in Cielo fu inaugurata nel 1756 dal vescovo De Los Rejes. Se alla sua sinistra si erge la torre dell’orologio, dietro c’è quella campanaria. A dominare l’intera struttura è, tuttavia, la sua cupola policroma, visibile da parecchi metri di distanza.
Di pianta a croce latina divisa in tre navate (per questo motivo la cattedrale viene chiamata anche con l’appellativo di San Pietro in piccolo), la basilica di Maria Santissima Assunta in Cielo presenta al suo interno numerosi dipinti di grande pregio.
Non appena entrati all’interno della basilica, infatti, si resta stupefatti dalla vista dei marmi e stucchi presenti lungo tutte e tre le navate. A questi bisogna aggiungere quattro preziosi candelabri in bronzo e artistiche statue tra le quali quelle dei Santi Medici di scuola veneziana e quella del protettore San Barsanofio di scuola napoletana.
Le sorprese non terminano qui: nella cripta della cattedrale sono state ritrovate 11 mummie perfettamente conservate.
Questo ipogeo, oggi visitabile, è un oratorio del XVI secolo che custodisce i corpi mummificati dei confratelli dell’Arciconfraternita della Morte.
Il luogo, risalente al 1484, nacque come sito di preghiera per tutti coloro che non erano sopravvissuti alla battaglia contro i Turchi ad Otranto (1480-1481).
Gli 11 corpi conservati nelle nicchie, dunque, appartengono proprio ai valorosi oritani, che, prima di partire in battaglia, chiesero di essere mummificati per testimoniare il loro eterno valore.
Foto di: Giorgio Corcella @giorgissimo_traveler
Data: 14 Lug 2020
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