Calimera: Calimera, temporary places
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Calimera, temporary places: la mostra fotografica di Stefano Montinaro

Calimera, temporary places
Evento
Calimera, temporary places
Località
Calimera (LE) - Casa di Donna Ninì
Data/periodo
dal 19 al 23 giu 2018
Orario
dalle 20:00 alle 23:00
Ingresso
gratuito
Informazioni

Raccontare Calimera attraverso lo sguardo della seconda generazione.

Questo l’obiettivo della mostra fotografica ideata e realizzata dall’artista Stefano Montinaro, in collaborazione con l’associazione giovanile Radici Urbane, aperta al pubblico dal 19 al 23 giugno prossimi, negli stessi giorni in cui cade la Festa di San Luigi e dei Lampioni. Ad ospitare la mostra “Calimera, temporary places” sarà la storica dimora “Casa di Donna Ninì” della famiglia Marullo, che seguirà i seguenti orari: 20.00 – 23.00, con vernissage il 19 giugno alle ore 19.00.

Stefano Montinaro

Calimerese di origine, ma nato e vissuto nella capitale, questo giovane artista ha la capacità di catapultare il fruitore in una dimensione di temporaneità imprevista, attraverso scatti mai banali, ma che esprimono urgenza di comunicare. Fotografo, grafico, web designer e soundmaker, Montinaro ha da sempre mostrato interesse per la sperimentazione sulla commistione dei linguaggi e, dopo un lungo periodo trascorso nel settore della comunicazione pubblicitaria, avvia un percorso personale alla ricerca di uno sguardo decentrato, attento all’eventualità del dettaglio nell’istante esatto in cui si compie.

Ha realizzato diverse produzioni, tra cui emerge una particolare attenzione a forme di racconto visivo non lineare, che trovano la loro espressione naturale nel formato libro. Dà vita al marchio/concept Stooks per libri fotografici che legano l’indagine visiva ad esperienze, persone, ambienti e architetture, e nella sua carriera professionale conta numerose collaborazioni con realtà affermate della ricerca teatrale e performativa.

Ma rimane la fotografia la passione più grande per Montinaro perché, come lui stesso ha dichiarato, attraverso di essa «il permanente diventa transitorio: una nuova luce crea nuove ombre e modifica la materia su cui posare lo sguardo. Mezzo milione di ragioni per abbandonare vecchie sicurezze, disegnare nuove linee, tenersi lontano dalla nostalgia. Ora è un luogo temporaneo, da indagare con occhi diversi».

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