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Burrata, la BBC dedica un articolo alla bontà pugliese. Dall’aspetto di una mozzarella ma ricca di stracciatella all’interno: per i pugliesi non ha certo bisogno di presentazioni la burrata andriese, bontà casearia nata per caso nello scorso secolo e che in pochissimo tempo ha raggiunto la popolarità in tutto il mondo.
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È stata proprio la sua fama, oltre che al suo sapore superlativo, ad aver spinto la BBC del Regno Unito a dedicarle un articolo.
“La prima volta che vedi una burrata in un piatto potresti rimanere perplesso. La burrata – ha scritto Agostino Petroni, autore del pezzo – è bianca come la mozzarella ma ha uno strano restringimento nella parte superiore, come un gnocco gigante”.
La descrizione, accurata, viene poi accompagnata da un suggerimento sulle modalità di consumo. “Lascia che si riversi sulle tue mani. E mentre la mangi – scrive il reporter di Andria – torna indietro di un secolo, quando l’ingegnosità umana ha creato il trattamento più delizioso e cremoso”.
Dopo l’excursus sulla sua invenzione, Petroni sottolinea come la burrata goda di una fortuna incredibile al di fuori della sua città di origine, Andria appunto, e della sua regione. Venduta in tutto il mondo (Germania, Tokyo e Hong Kong), la genuinità delle materie prime, stando all’articolo della BBC, può essere realmente gustata solamente ai piedi del Castel del Monte.
Ma quando è nata la bontà pugliese? Sebbene in molti si contendano questo primato, pare che il primo ideatore della burrata sia stato il sig. Lorenzo Bianchino, casaro di una masseria del Parco Nazionale dell’Alta Murgia.
L’intuizione geniale avvenne quando un’abbondante nevicata isolò l’uomo, che non riuscì a trasportare il latte in città. Per evitare che tutta la produzione andasse a male, Bianchino si mise all’opera e recuperò la panna che affiorava naturalmente dallo latte e creò, proprio come il procedimento che porta alla produzione del burro, un involucro creato con la pasta per la mozzarella il cui obiettivo era quello di conservare al suo interno il prodotto fresco.
Il resto, come noto, è storia.
Foto: Consorzio Tutela Burrata di Andria (sito web)
Data: 5 Ott 2020
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