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La Basilica di Santa Croce di Lecce è da tutti considerata il simbolo del barocco cittadino. Apprezzata e ammirati da tutti, questo luogo di culto continua ad affascinare chiunque la osservi.
Il merito è sicuramente da attribuire alla sua incredibile magnificenza e al suo (ormai) famosissimo rosone, reso ancora più bello grazie alla presenza di tre ghiere, per un vero e proprio tripudio di sculture rappresentanti frutti e angeli i cui lati sono impreziositi dalle statue di due santi, quelli di S. Benedetto e S. Pietro Celestino.
Ma qual è la storia dietro la sua costruzione?
Eretta nel 1549, la Basilica di Santa Croce ha visto i suoi lavori proseguire per quasi un intero secolo. Questo dato, infatti, è stato ricavato proprio dal cartiglio posto accanto al rosone centrale che ha come data il 1646. Il suo nuovo impianto basilicare, sorto in prossimità di una delle due porte della città, quella di San Martino, doveva nascere con un solo obiettivo: quello di incarnare tutti gli aspetti tipici della nuova e fiorente arte della città, tanto da essere diventato il vero simbolo del barocco leccese.
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Per riuscire in tanta magnificenza artistica, dunque, hanno partecipato alla sua costruzione tutti i più grandi architetti della Lecce cinquecentesca e seicentesca, che hanno così permesso di ottenere un palinsesto unico sia per la bellezza che per la varietà degli stili.
Per il completamento dei suoi lavori, quindi, c’è l’avvicendarsi di tre generazioni di architetti e diverse maestranze. I diversi interventi, quindi, sono evidenti nell’ambiguità stilistica della facciata, che si presenta cinquecentesca nella sua parte inferiore e seicentesca in quella superiore. Questo però, contrariamente a quanto si possa pensare, rende il tutto ancora più armonico: i due stili sono tra loro alla perfezione.
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La parte inferiore della facciata è scandita da sei colonne a fusto liscio con capitelli che rappresentano animali con il protiro con colonne binate e i portali laterali, sui quali ci sono gli stemmi di Santa Croce e dell’Ordine dei Celestini.
Il portale maggiore, invece, si contraddistingue per una doppia coppia di colonne corinzie e con in alto lo stemma di Filippo III di Spagna, da quello di Maria D’Enghien sulla sinistra e di Gualtiero VI di Brienne Duca di Atene sulla destra.
La parte seicentesca della Basilica di Santa Croce, invece, ha, dopo la trabeazione, una serie di cariatidi zoomorfe e simboliche: ad essere presenti sono il soldato turco in ginocchio e la lupa romana che allatta, con il computo di sorreggere la balaustra decorata da tredici putti che sostengono la corona. La loro presenza, dopotutto, non è casuale: tutti questi simboleggiano il potere temporale.
Il grande rosone già citato, invece, è incorniciato da simboli della passione e da tre ghiere concentriche, costituite da melograni, uva e bacche, il cui insieme raffigura la ruota della vita.
L’interno della chiesa non è meno eloquente del suo esterno in quanto si presenta ricco di decorazioni, intagli e trame simboliche, tutti eseguiti e ripresi a più mani in 150 anni di lavoro. Anche questo, dunque, è frutto di diverse espressioni e di epoche tra loro differenti.
La Basilica, a croce latina a cinque navate, ha quella centrale costituita da archi che poggiano su sedici colonne ornate di capitelli corinzi. La cupola, del 1590, è presente nel transetto ed è decorata con festoni di foglie d’acanto, angioletti e motivi floreali.
Nelle diverse cappelle perimetrali, inoltre, sono presenti ben 17 altari. Immancabili, inoltre, sono i numerosi affreschi che contribuiscono a concludere al meglio l’opera d’arte, che, proprio grazie per la sua estrema bellezza, riesce ad attirare ogni giorno centinaia di visitatori.
Per visitare di persona la Basilica di Santa Croce di Lecce basterà recarsi nella stessa durante i suoi orari di apertura:
Data: 16 Feb 2020
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