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Barletta racconta Annibale. Il condottiero si racconta in una mostra

Barletta racconta Annibale. Il condottiero si racconta in una mostra

Uno dei condottieri più noti della storia si racconta a Barletta. Ha il via oggi una mostra dedicata a uno dei più importanti generali dell’antichità: siamo nel 2232mo anniversario della Battaglia di Canne, risalente al 216 Avanti Cristo. Otto sezioni sono custodite in un percorso espositivo allestito nei sotterranei del Castello Svevo, riunendo tappe fisiche e insieme simboliche dell’esposizione. Nell’illustrare il percorso che la mostra, dal 2 agosto 2016 al 22 gennaio del prossimo anno, propone ai visitatori, Filli Rossi, a nome dei curatori, ha tenuto a precisare che “le tappe del viaggio del condottiero punico sono intese come elemento unificatore di esperienze culturali e umane, a partire dal busto marmoreo attribuito ad Annibale, ricevuto in prestito dal Quirinale, insieme alle altre testimonianze archeologiche offerte da prestigiose istituzioni museali italiane e internazionali, inserite in un percorso multimediale tra proiezioni e videoinstallazioni”.

“La storia si può ricomporre: ecco allora che personaggi vissuti in epoche differenti possono simbolicamente comunicare tra loro. Quel che appare filologicamente un ‘dialogo impossibile’ travalica il tempo e lo spazio e ritrova nella creatività culturale il filo di un messaggio universale come quello che possiamo immaginare in questa occasione tra le figure di Annibale e Federico II di Svevia”. Così il sindaco di Barletta, Pasquale Cascella, durante la presentazione della mostra “Annibale. Un Viaggio” nella Sala Rossa “Vittorio Palumbieri” alla quale hanno partecipato il Sottosegretario ai beni culturali e al turismo, Antimo Cesaro, il prof. Giuliano Volpe e la curatrice Filli Rossi.

Una mostra allestita nei sotterranei del Castello Svevo

“La mostra – ha ricordato il sindaco – ha preso corpo da una idea di un gruppo di studenti in visita al Quirinale: dinanzi al busto di Annibale lì collocato, avevano ipotizzato un incontro simbolico con quello di Federico II di Svevia che appartiene al patrimonio museale di Barletta. Oggi che i due busti sono nello stesso Castello, quella suggestione vuole essere d’auspicio a riflettere sulle tragedie della storia perché ci riportino ad affrontare le incognite del presente superando ogni paura per guardare con rinnovata fiducia al futuro. Ieri è stata la giornata del dialogo nelle chiese tra cattolici e islamici: con i messaggi più semplici ma anche così veri si può così costruire una storia diversa da quella del terrore. Anche noi, con questa mostra, vorremmo poter far navigare verso il Mediterraneo, il “mare nostrum”, un messaggio all’insegna dei valori universali solidale di pace e speranza.

“Da teatro di drammi umanitari e diffidenze reciproche a spazio geografico fecondo di scambi e conoscenze tra popoli di sponde diverse, questo deve tornare ad essere il Mediterraneo – ha sottolineato il Sottosegretario alla Cultura Antimo Cesaro – come è stato per tanti secoli nel passato. E la cultura ancora una volta si propone come la migliore diplomazia per favorire il dialogo e il rispetto reciproco. Lo stesso castello di Barletta con le sue sovrapposizioni architettoniche di epoca sveva, normanna e angioina è un simbolo di come la Puglia, al pari di tutto il Mezzogiorno italiano, abbia tratto vantaggio dalle millenarie contaminazioni culturali tra popoli e religioni differenti. Grazie al suo corredo multimediale e al suo coinvolgente storytelling questa esposizione rappresenta un valore aggiunto nell’offerta turistica pugliese che mai come quest’anno è in grado di proporre a italiani e stranieri delle alternative culturali di qualità insieme al consueto soggiorno balneare”.

L’importanza del lavoro sinergico tra enti culturali è stata sottolineata dal prof. Volpe che, ringraziando quanti hanno reso possibile la realizzazione della mostra, si è soffermato sull’inserimento nel Polo museale della Puglia dell’Antiquarium e della zona archeologica di Canne della Battaglia: “un obiettivo tanto più importante – ha detto –perché possono così essere riprese e portate a compimento le scelte di rilancio del sito archeologico in un’ottica di attrattiva turistica e di sviluppo culturale”.


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