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Barletta, la sala Cgil dedicata a Nicola Delvecchio

Barletta, la sala Cgil dedicata a Nicola Delvecchio

Cerimonia in ricordo dell’operaio Italgas morto nell’esplosione del 25 aprile

“Nessuno potrà darmi indietro mio marito, la sua storia parla da sola”. Non ha dubbi la voce ancora scalfita dal dolore di Lucia Dellaquila, presente ieri alla cerimonia di scopritura di una targa in memoria di suo marito, Nicola Delvecchio, l’operaio dell’Italgas di 56 anni di Margherita di Savoia morto nell’esplosione di via Milano, a Barletta, lo scorso 25 aprile.

Nella sede della Cgil di Barletta, alla presenza del segretario del sindacato nella Bat, Luigi Antonucci, è andata in scena una cerimonia pagana di ricordi, a sette mesi da quell’infausta data, alla quale hanno preso parte anche il coordinatore della contrattazione sociale per la Cgil nazionale Nicola Marongiu, il vice sindaco di Barletta, Annetta Francabandiera, il comandante della Polizia Municipale Savino Filannino e l’assessore Marcello Lanotte, questi ultimi due presenti in via Milano al momento dello scoppio.

Commosso il ricordo di Giuseppe Bizzoca, l’altro operaio rimasto ferito: È stato il giorno più brutto della mia vita: non è possibile che si esca per fare il proprio lavoro e poi non si riesca a tornare più a casa. Quel giorno ho fatto le mie indagini sul luogo dello scoppio e ho chiesto l’aiuto di Nicola, per questo mi sento in colpa. Per me era un fratello, lo conoscevo da oltre 20 anni e ho saputo della sua morte dopo quasi 20 giorni perché ero ricoverato in ospedale e nessuno mi ha raccontato la verità. Nicola mi ha salvato la vita, lui era davanti a me, io sono salvo per miracolo, anzi salvo grazie a Nicola”.

Un grido di allarme per dire “basta alle morti sul lavoro -ha spiegato il segretario Antonucci- è l’ora di investire davvero in sicurezza”. La delegazione ha preso successivamente parte all’iniziativa regionale “Al sud, lavoro” organizzata tra le mura dell’auditorium Santa Croce di Bisceglie. “Il welfare è ancora un diritto?” la domanda che ha dato vita al dibattito. Un interrogativo che quel maledetto 25 aprile ha reso ancor più oscuro su Barletta e dintorni.


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