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“Fermiamo il disastro ambientale”: Barletta scende in piazza

“Fermiamo il disastro ambientale”: Barletta scende in piazza

Oltre 500 persone in marcia, sfidando il freddo, per difendere il territorio uniti al grido di “Fermiamo il disastro ambientale”: Dopo l’avvio delle indagini per “disastro ambientale” nei confronti dell’ex cementeria, il forum Salute e ambiente ha organizzato ieri pomeriggio a Barletta una manifestazione per non far cadere l’argomento nel dimenticatoio: «Lo scopo di questa mobilitazione non è certamente quello di fare da cassa di risonanza per le azioni della magistratura, che seguono un percorso parallelo a quello della mobilitazione e che non sappiamo ancora a cosa porteranno-hanno spiegato i referenti i referenti del Forum Salute e Ambiente Tamara Sarli e Sandra Parente-Puntiamo a chiamare a raccolta tutta la cittadinanza perché riteniamo che questa non sia la battaglia di qualche ambientalista pignolo, come si vorrebbe far credere, ma un passo fondamentale per il futuro della città. Non solo per quello che riguarda la cementeria ma per tutte le aziende “aziende insalubri” che operano sui nostri territori».

Marcia nata dopo i recenti sviluppi giudiziari sul fronte-cementeria

Giovanissimi e non hanno sfilato per le vie del centro chiedendo chiarezza e tutela: «Oggi siamo qui a lanciare un appello alla partecipazione ed alla mobilitazione per far sentire la nostra pressione su chi dovrebbe essere garante della salute pubblica-proseguono gli organizzatori-è inoltre un modo per ribadire che c’è bisogno di un cambio di rotta e che questo cambio non potrà avvenire da quelle figure istituzionali che in questi giorni hanno preso la parola per speculare su questa vicenda, dopo aver taciuto se non avallato l’operato di chi come una sanguisuga sta riducendo il nostro territorio ad una carcassa da abbandonare appena sarà possibile. E con queste parole intendiamo anche rispondere a coloro i quali stanno usando la tematica del lavoro come motivazione per non scendere in piazza. Le nostre città, le nostre vite non valgono meno dei profitti di multinazionali senza scrupoli i cui dirigenti magari non ci hanno mai messo piede. La bonifica delle aree contaminate ,la fine dell’incenerimento dei rifiuti e l’adozione della Strategia Rifiuti Zero sono processi che non minacciano l’occupazione, semmai potrebbero crearne di nuova».


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