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Da Taranto a Roma, per un grido di aiuto che si ripete ormai da anni. Ieri pomeriggio il premier pugliese Michele Emiliano ha preso parte nella sede del Ministero dello Sviluppo Economico al tavolo con Ilva e sindacati convocato dal vice ministro Teresa Bellanova per affrontare la questione relativa alla cassa integrazione straordinaria per circa quattromila operai. “Gli strumenti degli ammortizzatori sociali necessari in questa fase ricadono tutti sulle finanze della Regione Puglia- è stato l’appello del presidente della Regione Puglia- Ovviamente, i numeri di questa operazione sono molto elevati e, sebbene la Regione abbia messo a disposizione tutte le somme di cui dispone, temo sia necessaria un’integrazione da parte del Governo centrale”. In ballo il destino di quattromila operai e delle loro famiglie. “Per noi- ha ribadito ancora Emiliano- l’Ilva rimane tra le questioni industriali, ambientali e di salute, la priorità della Puglia e la mia presenza qui, sia pure in una riunione tecnica di discussione sulla cassa integrazione, lo testimonia. Mi è parso necessario essere qui, proprio per far presente a tutti l’importanza che noi attribuiamo a tutta la vicenda Ilva”.
Parole che arrivano mentre è ancora troppo fresco il ricordo del tira e molla legato ai cinquanta milioni per curare i tarantini, avvelenati dall’Ilva. Cinquanta milioni per finanziare l’assunzione di medici, l’acquisto di attrezzature sanitarie, le riconversioni ospedaliere in deroga al decreto ministeriale 70, così da fronteggiare l’emergenza sanitaria registrata da uno studio realizzato dalla Regione Puglia sugli effetti dei veleni dell’acciaieria. Una promessa, fatta anche dal sottosegretario Claudio De Vincenti e dal ministro Beatrice Lorenzin per rispondere a quel +26% di ricoveri di bambini e ragazzi fino a 14 anni nei quartieri più vicini all’impianto siderurgico, tenuto in piedi dal governo a suon di decreti. “Nel merito dell’incontro – ha spiegato Emiliano ai giornalisti – il punto fondamentale è questo: gli strumenti degli ammortizzatori sociali necessari in questa fase ricadono tutti sulle finanze della Regione Puglia. Ovviamente, i numeri di questa operazione sono molto elevati e sebbene la Regione abbia messo a disposizione tutte le somme di cui dispone, temo sia necessaria un’integrazione da parte del Governo centrale”.
Data: 21 Feb 2017
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