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Acquaviva delle Fonti, la street art di Gomez valorizza la 167

Acquaviva delle Fonti, la street art di Gomez valorizza la 167

E’ del celebre street artist Luis Gomez de Teran l’opera che sta incantando in queste ore Acquaviva delle Fonti, centro in provincia di Bari: con il suo “Sogno di una notte d’acqua”, Gomez ha partecipato al Festival della Polemica e al progetto Distorsioni sonore, intervenendo nel cuore della contestata Zona 167. Su uno dei muri di una palazzina in via D’Annunzio è comparsa l’immensa opera, sintomo dell’avvio del riscatto di un intero quartiere. Un’azione preceduta dagli interventi dell’amministrazione: nei giorni scorsi la Delfiume aveva ripulito, la ditta del verde tagliato l’erba e sieri mattina la squadra di manutenzione aveva posizionato quattro panchine negli spazi comuni. “Il direttore generale dell’Arca Puglia Sabino Lupelli-ha precisato il sindaco di Acquaviva, Davide Carlucci- haanche promesso che in autunno si procederà ai necessari lavori di ristrutturazione. E noi lo ringraziamo ulteriormente sin d’ora”.

Lo street artist protagonista assoluto con “Sogno d’Acqua”

L’autore, Luis Gomez de Teran, al secolo aka Gomez, nato a Caracas nel 1980, vive a Roma dove ha messo in pratica i principi di un’arte che impersona il suo talento e che ha scoperto fuori dai banchi di scuola grazie alla gente incontrata per il mondo, dall’Inghilterra all’India, passando per la Germania. Sentita la sua dedica, affidata alla propria pagina Facebook: “A Davide, l’unico sindaco batterista che conosca, che si è fatto squattare casa e mi ha permesso di realizzare l’opera in totale libertà. A Stefano, che ha dormito tre ore a notte per accompagnarmi tutte le mattine.A Gianveta, che mi servirebbe avere vicino più spesso e non solo per la bellezza dei video che crea, la foto dell’opera è sua, grazie. Ai ragazzi dell’associazione l’urlo, che hanno creato un festival di musica, jager e scritte addosso che fa paura. Alle persone che abitano nella palazzina, che all’inizio volevano ammazzarmi e alla fine adottarmi. Alla ditta Losito, padre e figlio, che hanno fornito il miglior cestello che abbia mai usato e non mi hanno ucciso nonostante le condizioni in cui gliel’ho restituito. A Teodoro, Viviana e Giulia. A Rrose, Alessia, Raffaele, Austacio, Daniele, Sergio e alla mia memoria che esaurisce sempre più in fretta, non me ne voglia chi ho scordato, è stato una ficata stare con ognuno di voi”.


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