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Fervono i preparativi a Cerignola in onore della sua Santa Patrona protettrice Maria SS. di Ripalta che, a chiusura dei festeggiamenti, sabato 9 settembre, vedrà arrivare in piazza Duomo uno dei cantautori, musicisti, conduttori italiani più amati di tutti i tempi: Renzo Arbore. Accompagnato dall’Orchestra Italiana fondata nel lontano 1991, lo showman foggiano torna in Capitanata per un concerto sensazionale che, come lui stesso ha raccontato «coniuga il nuovo e l’antico suono di Napoli: voci e cori appassionati, girandole di assoli strumentali, un’altalena di emozioni sprigionate dalle melodie della musica napoletana che evocano albe e tramonti, feste al sole e serenate notturne, gioie e pene d’amore».
È uno spettacolo che, viaggiando da un’estremità all’altra, dagli Stati Uniti alla Cina, dal Messico al Canada ha collezionato innumerevoli concerti acclamatissimi, ovunque in un clima da record. Ha calcato i palchi dei più prestigiosi teatri d’Italia e di tutto il mondo: New York, Londra, Parigi, Mosca, Tokyo, Caracas, Buenos Aires, San Paolo, Rio de Janeiro, Toronto, Montreal, Sidney, Melbourne, Pechino, Shanghai… e, in questi ultimi anni, sembrerebbe persino essersi rafforzato il ruolo per così dire “istituzionale” dell’Orchestra Italiana con Arbore ormai diffusamente riconosciuto come autentico “ambasciatore” della musica e della cultura “italiana” nel mondo. Uomo di cultura e dal talento incommensurabile, nel corso della sua carriera è riuscito a dare nuovo impulso ad una televisione di qualità, ironica e garbata, dispensando allegria e gioia.
Tra i 15 elementi che lo accompagnano in questo tour internazionale, spiccano le voci di Gianni Conte e di Barbara Buonaiuto, quella ironica di Mariano Caiano e i virtuosismi vocali e ritmici di Giovanni Imparato. E poi ancora: la direzione orchestrale e il pianoforte di Massimo Volpe, fisarmonica e piano di Gianluca Pica, le chitarre di Michele Montefusco, Paolo Termini e Nicola Cantatore, le percussioni di Peppe Sannino, la batteria di Roberto Ciscognetti, il basso di Massimo Cecchetti e, dulcis in fundo, gli struggenti e festosi mandolini di Nunzio Reina, Salvatore Esposito, Salvatore della Vecchia.